mercoledì 28 novembre 2012

"C'est inacceptable!"



Se una cosa vi sembra inaccettabile non dovete dirla se non avete anche la possibilità di farla svanire.
-- Aurel Rottman



Mi sono per caso trovato a visitare una delle biblioteche universitarie più frequentate del centro di Bologna, quella che si trova in Vicolo Bolognetti per la precisione, accompagnando un'amica nel reperimento di uno dei libri del suo corso di studi. Dopo qualche minuto di osservazione e monitoraggio della missione (e dopo aver notato l'età media dei frequentanti la sala studio, ormai non più sovrapponibile alla mia, sigh), mi ritrovo davanti agli occhi due mobiletti: l'uno, fornitissimo, pieno di dépliant e pubblicità e brochure su luoghi turistici di Bologna, convenzioni qua e là, incontri e dibattiti dai multiformi obbiettivi; l'altro, che avrebbe dovuto contenere riviste e quotidiani vari, semi-deserto, spogliato della sua dignità di contenitore culturale quotidiano, settimanale e mensile. Mi giro allora intorno, per accorgermi di come alcune riviste e giornali siano sparsi sul tavolino dell'angolo di consultazione dove un ragazzo sta leggendo "La Gazzetta", un signore legge "Il Giornale" e un terzo personaggio sta leggendo un suo libro, probabilmente appena prestatogli dalla biblioteca. 
Con una rapida cernita degli argomenti culturali trattati dalle riviste, noto periodici sull'arte, sulla letteratura, sul cinema, sull'urbanistica e forse, ma non ci giurerei, una trattazione ad argomento storico.

Dopo questo incipit così sferzante e vitale, degno dei promessi scrofi, vorrei chiedere ai miei 1/25 lettori;

COSA MANCA? 

Che cosa avrebbe dovuto esserci in quel mobile o su quel tavolino o in mano ad uno dei tre individui descritti che invece non c'era?
 
Cosa L'UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BOLOGNA avrebbe dovuto fornire in almeno un esemplare ai propri studenti e consultatori della biblioteca di Vicolo Bolognetti, specie in questo momento in cui l'Italia sembra non avere idee nonostante i decreti "Start Up", nonostante l'avvenimento socio-politico degli ultimi seicento anni ("Le Primarie" buffoni), nonostante Internet ed i giovani siano quasi con la bava alla bocca?

Se non ci si arriva, perché forse troppo bislacco o forse troppo logico, ovviamente lo nominerò io... DOVEVA esserci uno straccio di rivista tecnologica!


L'economia del momento si sta spostando tutta quanta sul Web e sugli utilizzi che ne vengono fatti. Da qualche parte nel mondo qualcuno sta sperimentando il prodotto che manderà in pensione cellulari e, soprattutto, smartphones (La Sfida degli occhiali Smart - Repubblica.it ) e noi, nei luoghi in cui la cultura Digital arranca invece di essere plasmata in nuove idee e possibilità, continuiamo a mandare a fondo le potenzialità dei nostri giovani e della nostra gente confinandola nella lettura e studio delle STESSE MATERIE TRATTATE NEI 15 ANNI DI SCUOLA DELL'OBBLIGO!!! 

Uno scherzo di cattivo gusto, solo un gioco di specchi spero...

Qualcuno potrebbe affermare: "La tecnologia è dappertutto, a che serve un'altra rivista in biblioteca?"


WROOOONG!!!


E dietro a questo errore, vi è l'errore che ha contaminato l'intera etica e ormai anche la cultura del nostro paese: DARE L'ESEMPIO!!!

Se vuoi cambiare qualcosa, se vuoi che qualcuno intraprenda un percorso, se vuoi anche solo che banalmente qualcuno ti faccia un favore GLI DEVI PREPARARE LA STRADA...
Le istituzioni sono le prime a dover procedere in questo senso e, ahimè, da troppi troppi anni ormai non lo fanno, anzi si buttano sul lato oscuro della questione fornendo spesso motivi di disunione e contrasto.

Dobbiamo far crescere nel collettivo, soprattutto nei giovani, l'idea che sta cambiando tutto, TUTTO! Non si può pensare di leggere arte, lettere, urbanistica e la gazzetta all'università... per carità, saranno certamente utili ed interessanti (la gazzetta...mmmhh), ma non sono più loro a cambiare ed influenzare i tempi. Queste discipline, da sempre, si adattano ai tempi prima di plasmarli, prima di fornirne uno spaccato creativo e incantare il mondo... 
La tecnologia, invece, si è insinuata sotto, in un altro strato epidermico più profondo, a contatto con il sangue! Il computer è il nuovo pennello con cui si dipinge la tela; il risultato è arte nuova ma il MEZZO è cambiato.

Un'istituzione che non comprende questo, non avrà futuro, perché essa stessa non pone, come invece dovrebbe, solide basi per il futuro di chi alimenta l'istituzione stessa!

E tutto ciò è, semplicemente, inaccettabile....