venerdì 11 giugno 2010

Internet: tra etica della gratuità e necessario (+ o -) ritorno economico...




Internet dovrebbe essere gratuito per definizione, in quanto rete creata per facilitare le comunicazioni di tutti. Sono sempre di più le realtà costituzionali che cercano di intavolare una discussione sul considerare il collegamento ad Internet tra i diritti dell'uomo (non ultima, la Svezia).
In maniera direttamente proporzionale sta però prendendo piede il dibattito sui contenuti editoriali a pagamento. Da un paio di anni se ne parla, anche per la coincidenza della crisi economica. C’è stato un aumento dei debiti e dei bilanci negativi, che hanno portato gli editori a pensare di correre ai ripari. Per il momento ci sono solo alcune situazioni di grandi giornali che hanno deciso di offfrire parte dei propri contenuti a pagamento (VAS, servizi di valore aggiunto).
Il fatto è che i primi a "sbagliare" sono stati proprio gli editori, che sono stati molto generosi nell'offerta di contenuti gratuiti sin dall’inizio, presi dalla corsa concorrenziale a fornire accessi, applicazioni e servizi. L'attuale situazione, che potremo definire di imbarazzo, è dunque diretto frutto della poca lungimiranza sul (e di una cattiva percezione del) fenomeno di crescita degli utenti.


In realtà, il mercato in questo momento lo fanno i produttori delle macchine, non i produttori di contenuti. L'azienda Apple, ad esempio, imposta i costi per il download delle applicazioni di terzi. L’editoria analogamente si trova costretta a sottostare alle leggi di un mercato che penalizza ciò che è fisico, cartaceo e tattile di fronte alla gratuità degl’impalpabili, ma assimilabilissimi, contenuti web.


Per il momento pare che l'unica soluzione a cui si approderà sia il progressivo inserimento di contenuti informativi via web a pagamento, per imporre un freno al mercato gratuito. Un esempio ne è, "come sempre" verrebbe da dire, Repubblica.it, la quale ha elaborato un'apposita applicazione per utenti Ipod Touch, Iphone ed Ipad nella quale vengono visualizzati i titoli ed essenziali sunti dei contenuti di una news, insieme all'incipit dell'articolo stesso (puntando forse sulle caratteristiche dei pezzi giornalistici, che sappiamo essere scritti appositamente con LEAD intriganti per catturare l'occhio del lettore ed ottenerne l'attenzione).


Bisogna però dire che dietro alla gratuità risiede anche un problema di etica professionale, in quanto chi produce contenuti che non gli porteranno frutto economico sarà naturalmente portato a ridurre il proprio impegno. C’è quindi un problema etico. Inoltre. dal punto di vista editoriale è un suicidio far lavorare persone in maniera gratuita.



Questo dialogo Pagamento-Gratuità, che come in un tragico conflitto di valori di scheleriana memoria sembra portare sia in un senso, sia nell'altro ad una soluzione di difficile sopportazione da parte rispettivamente degli utenti e dei fruitori, continua incessante e sta facendo riflettere intere branche dell'economia. Ed i prossimi passi saranno fondamentali, per il semplice fatto che qualsiasi siano le decisioni prese, soprattutto in caso di accorgimenti legali, costituiranno precedenti dei quali volenti o nolenti tutte le istituzioni dovranno tenere conto nel loro futuro...

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