giovedì 24 gennaio 2013

1

"Scrivere per impotenza, scrivere per tristezza e disgusto, scrivere per saper cosa dire quando non devi scrivere...

Osare o tenere?

Andare o aspettare?

Come si può fare il meglio per sè e per gli altri, quando nessuno fa il bene di nessuno?


E se la porta delle sensazioni si chiude e a 30 anni ti sembra di averne 12, cosa può trasformare l'angoscia in rabbia e forza di agire?

Ho paura di non fare abbastanza... ma cos'altro devo fare?"

Queste domande attanagliavano Tommy, rimbalzandogli in testa da un orecchio all'altro con il ritmo incalzante e indisturbato delle palline di un Pendolo di Newton; era questo costante picchiettio metallico a fargli credere che nella sua testa non ci fosse null'altro se non quelle piccole sfere rumorose che si muovevano. Il letto gli stava stretto, le coperte lo soffocavano. La stanza stessa gli sembrava un recinto, una scatola per topi.

Tommaso era sempre stato emotivo, di base. Una persona che pensava col cuore, poi col cervello. Il problema era che, dopo i primi attimi di sensazioni, di calori e colori, quasi sempre era il cervello a prendere il sopravvento.
E però Tommy inviava alla stampante della memoria sempre e solo i momenti sensazionali... i ragionamenti invece rimanevano a scolorire e nascondersi nelle cartelle dell'hard disk, come quelle discografie complete dei cantanti che scarichi per un solo album e poi abbandoni ad occupare megabytes ad appesantire la rotazione del disco...


CONTINUA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si poteva certamente vedere il vostro entusiasmo nel lavoro che scrivere su learner85.blogspot.ru. Il mondo spera ancora di più gli scrittori appassionati come voi che non hanno paura di dire come si crede. Seguire sempre il tuo cuore.